Precetti giapponesi ovvero il metodo Marie Kondo
“Il disordine visuale ci distrae dalla reale fonte di disordine nella nostra vita”.
Marie Kondo
Nell’articolo “I cambiamenti vanno fatti col cuore”, avevo già parlato del film “let’s clean up your life”, che mi ha molto colpita. Ed essendo una persona curiosa, ho deciso di approfondire la questione. Ed è così che sono giunta alla fonte originaria: il libro “La magia del riordino: una storia d’amore illustrata”!
Lo ammetto sinceramente: sento la filosofia racchiusa in questo libro profondamente vicina! Nonostante il fatto che la cultura e l’arte giapponese in generale non mi abbiano mai attratta. Il Giappone non è neanche mai rientrato nella lista dei paesi che vorrei visitare! Nonostante tutto il mio amore per le opere di Haruki Murakami. Ma proprio in questo libro c’è qualcosa che ho sentito “mio”. E, cosa molto importante, il libro contiene una guida, una lista di consigli pratici, parallelamente alla filosofia. Ovvero 2 in 1: cosa fare e perché bisognerebbe farlo!
Non farò il riassunto di tutto il libro, non ne vedo il motivo. Meglio leggerlo! Lo consiglio caldamente, anche se non amate riordinare… Soprattutto se non amate riordinare!
Quello che ho trovato molto interessante in quanto designer è il metodo per l’organizzazione degli oggetti. E questo tema si presenta in “La magia del riordino” nella ricerca di un posto preciso per ogni oggetto. Infatti nel corso della progettazione, il nostro compito è, di norma, quello di organizzare lo spazio in modo che ci sia abbastanza posto per la sistemazione di tutti gli oggetti. In praticamente tutti i capitolati compilati dai committenti, è presente la richiesta di una cabina armadio. Questa è indubbiamente una soluzione comoda e dà la possibilità di liberarsi dalla presenza armadi ingombranti nella camera da letto. In più, e lo dico già da ora, è possibile mettere una cabina armadio anche in un appartamento di 40 mq! È assolutamente possibile. Quello che a volte i nostri clienti dimenticano, è che resta comunque indispensabile la collocazione di un armadio o di una scansia. Cercando di aumentare la metratura calpestabile, le persone tendono a tralasciare le questioni tecniche. Questo può portare al fatto che per l’aspirapolvere, per esempio, non si trova un posto, e quindi questa se ne resterà maestosa a regnare nell’angolino del vostro bel salotto.
È sempre importante studiare minuziosamente l’organizzazione degli oggetti. E questa è una cosa molto soggettiva. Dite al vostro designer che avete cinque snowboard, quattro biciclette, una carriola e diciotto chili di chiodi! Altrimenti poi non si saprà proprio dove metterli. Si, si! Proprio diciotto chili di chiodi! E se vi sono rimasti anche dopo la lettura de “La magia del riordino”, significa che per voi sono molto importanti.
E visto che abbiamo toccato il tema “giappone”, vorrei soffermarmi brevemente sulla popolare tendenza del “feng shui”. Davanti all’impellente desiderio delle nostre committenti di farsi un appartamento “alla feng shui”, a chi si occupa di design e che sente una di queste frasi, viene un tic nervoso e un’irresistibile voglia di scappare via. Certo, qualcuno cavalcando l’onda di questa moda si è messo da parte un bel capitale, ma questa è un’altra storia. Perché non si dovrebbe parlare di feng shui a un designer? Molto semplice. Perché è una particolare pratica dell’organizzazione dello spazio, basata su teorie filosofiche, o su parti di esse. È una pratica profonda, per cui bisogna considerare l’energia di ogni parte della casa separatamente e per leggi proprie.
E quindi “mettere la statuina della rana nell’angolo destro dell’ingresso per ottenere felicità” non funziona. È una ciarlataneria (e per altro non è legata né al feng shui né al design). Però si può credere a qualsiasi cosa. Per questo non ci sono né confini né divieti! Ma è sempre meglio “non mischiare la seta con la lana”.
E quindi meno pseudofilosofie è più ordine! Affinché non sia come nel cartone “Prostokvashino”. Vi ricordate?
“il nostro appartamento mi ricorda il programma “Chi? Dove? Quando?”! Non si capisce dove si trovano le cose e quando tutto questo finirà”.